Vacri: Il documento contro il CentrOli
Questa sera l’intera vallata del Foro riunita a Vacri per difendere l’economia vitivinicola contro l’ipotesi della realizzazione del CentrOli: il testo del documento che verrà approvato oggi
Vacri, 29 febbraio 2008
Si aprirà questa sera alle 19.30 la seduta del Consiglio comunale di Vacri, alla presenza dei sindaci di Francavilla al Mare, Miglianico, Ripa Teatina, Villamagna, Casacanditella, Vacri, San Martino sulla Marrucina, Fara Filiorum Petri, Pretoro, Rapino, Tollo, Crecchio, Casalincontrada, con il sostegno dell’Unione dei Comuni delle Colline Teatine e di molte associazioni culturali ed ambientalistiche della vallata: all’ordine del giorno l’esame, l’approvazione e la sottoscrizione di un documento che spiegherà i motivi della contrarietà della popolazione locale alla realizzazione di un impianto che è stato «subito» da tutti.
L’idea è stata del sindaco, Antonio D’Aristotile, che ha raccolto attorno alla sua protesta tutte le amministrazioni i cui territori saranno pesantemente condizionati dall’eventuale installazione del Centro Oli.
Questo il testo del documento che sarà posto ai voti questa sera:
L’amministrazione comunale di Vacri con la convocazione di questo Consiglio Comunale intende esprimere il dissenso più fermo e convinto nei confronti della decisione adottata, in ultima istanza dalla Regione Abruzzo con la quale si procederà. in assenza di fatti nuovi, alla realizzazione di un Centro Oli nel Comune di Ortona. Questo Consiglio comunale, inoltre, invita l’amministrazione comunale di Ortona ed il suo sindaco a prendere in considerazione una riflessione più approfondita sugli effetti che certamente l’installazione di un impianto come quello in parola determinerà non solo sul territorio di Ortona ma su un’area molto più vasta che interessa numerosi Comuni che hanno il solo torto della vicinanza geografica al Comune di Ortona stesso.
Più in generale vale la pena di ricordare come questa scelta sia in netto contrasto con le linee generali di politica. eoonomica che si sono venute delineando nello sviluppo della nostra zona dal dopoguerra in poi.
La Regione Abruzzo ha profuso grondi energie, sia economiche che finanziarie, nel tentativo di costruire per se l’immagine di una Regione “pulita” nel senso ecologico del termine. Obiettivo questo faticosamente raggiunto e per il quale oggi la nostra Regione viene identificata come la Regione verde d’Europa e dell’Italia. Parallelamente a questo indrizzo si è sviluppata tutta una rete di attività produttive legate alla bellezza di un territorio non inquinato ed in grado di produrre prodotti agroalimentari di assoluta qualità e genuinità. Il mondo agricolo in generale e quello vitivinicolo in particolare, con uno sforzo encomiabile, hanno permesso l’affermazione, negli ultimi decenni, di quello che è il nostro prodotto più autentico e prestigioso e cioè il Montepulciano d’Abruzzo. Un vino sulle cui qualità e potenzialità è inutile soffermarsi. Infine, nel mondo della globalizzazione, si è voluto giustamente creare un legame fortissimo ed inscindibi1e tra i prodotti della nostra terra ed il territorio di provenienza favorendo così i flussi di turismo assolutamente impensabili fino a pochi anni fa.
La combinazione della strategia ambientale, agricola in senso vitivinicolo e paesaggistica sostenuta anche dalla politica dei parchi hanno reso la nostra zona una delle più belle e ricche d'Abruzzo e non solo.
Il centro petrolchimico di Ortona interrompe tutto questo ciclo virtuoso e si delinea come una radicale inversione di direzione di politica economica che invece si era consolidata storicamente dando ottimi frutti e ricca di potenzialità ancora inespresse. Nella regione verde ad alta vocazione agricola e turistica si va così ad inserire un insediamento industriale totalmente avulso dalle condizioni ambientali esistenti. Una scelta che è veramente difficile da capire alla luce anche del fatto che comunque essa avrà una durata breve. Si aggiunga a questo che la ricaduta economica ed occupazionale di qualche decina di posti di lavoro è del tutto risibile a fronte di una realtà agroalimentare e turistica che attualmente occupa secondo le stime più accreditate circa 500.000 unità lavorative.
Per questo chiedo al Consiglio Comunale di approvare integralmente questo documento con il quale si esprime il fermo dissenso nei confronti della scelta di installare il Centro Oli ad Ortona, invitando gli organi preposti, in particolare la Giunta Regionale e l’Amministrazione Comunale di Ortona a rivedere e quindi revocare il placet alla costruzione del centro oli stesso.
«Non vogliamo tanto soffermarci – ha commentato il dott. D’Aristotile – sulla questione relativa ai danni per la salute, in quanto gli effetti dell’eventuale realizzazione del CentrOli non saranno verificabili a breve e nemmeno individuabili con certezza, ma la nostra attenzione è puntata sui danni economici che senza dubbio porterà un “mostro” del genere all’intero comparto vitivinicolo, che è la ricchezza della nostra popolazione, senza contare i danni d’immagine che saranno incalcolabili. Proprio nella “Regione Verde d’Europa” e in un territorio dove si concentra la massima produzione di vino della provincia di Chieti si pensa di impiantare un centro così lontano dalla nostra vocazione ambientale ed economica che viene da secoli di storia».