Ripa Teatina: Il sindaco precisa sul Comitato Ristretto Asl
«I sindaci non sono né smemorati, né folli, ma chiedono un’azione coordinata e centralizzata sui tagli alla Sanità»: il sindaco di Ripa Teatina, Mauro Petrucci, precisa la posizione del Comitato Ristretto dei Sindaci della Asl di Chieti-Ortona
Ripa Teatina, 30 gennaio 2009
«Non siamo né smemorati né folli»: esordisce così Mauro Petrucci, sindaco di Ripa Teatina e membro del Comitato Ristretto dei Sindaci della Asl di Chieti-Ortona, nello spiegare la posizione dei primi cittadini esposta ieri nel corso di una conferenza stampa e in risposta ad un articolo apparso oggi sulla testata “Prima da Noi”.
«Evidentemente, nell’agosto scorso – prosegue il dott.Petrucci – ci fu da parte del Comitato Ristretto dei Sindaci una presa di posizione favorevole agli accorpamenti e al piano di riordino presentato dal manager Mario Maresca che, seppur sofferta, teneva conto della situazione economica della Sanità abruzzese, nella consapevolezza dei disagi che ciò avrebbe comportato per gli utenti, non avendo altre alternative. La sottoscrizione e la condivisione dei provvedimenti illustratici dal direttore generale qualche mese fa era dettata e giustificata dalla necessità di non arrivare ad un ulteriore smantellamento delle strutture, in particolare l’ospedale di Guardiagrele. Ora invece, il piano industriale 2009-2010, presentato dal manager a distanza di pochi mesi, va a sconvolgere completamente quella previsione che avevamo con sofferenza approvato. L’attuale posizione del Comitato Ristretto dei Sindaci trae origine dalla considerazione che i primi cittadini hanno due responsabilità, dalle quali non possono prescindere: una di natura amministrativa, che deve garantire una normale ed efficace erogazione delle prestazioni sanitarie nel rispetto dei bilanci; una di natura politica, nei confronti dei cittadini di un territorio geograficamente disagiato che ha visto in passato e vede oggi nella presenza dei presidi ospedalieri di Ortona e Guardiagrele un punto di riferimento e di sicurezza per le esigenze della salute.
Ritenendo inoltre che la crisi del Sistema Sanitario abruzzese non è imputabile ad una sola Asl, ma a tutto il complesso sistema regionale, il Piano di Rientro non può ridursi ad una semplice somma matematica di tagli da operare nelle varie aziende. Pertanto, la cura di questo “malato”, che è la Sanità regionale, non può essere affidata ai sei manager che operano in maniera separata tra loro, ma deve essere il frutto di un’azione coordinata a livello regionale perché l’Abruzzo è costituito da appena 1,3 milioni di cittadini, dimensione questa che permette un approccio di questo tipo. Inoltre, qualora si dovesse veramente rendere necessario il ridimensionamento o la chiusura dei piccoli ospedali, ciò è giusto che avvenga contestualmente in tutto il territorio regionale, onde evitare di ingenerare dubbi nella cittadinanza su decisioni parziali o campanilistiche, non dettate da motivazioni di razionalizzazione. Qualora ciò non avvenisse, diventerebbe difficile spiegare ai nostri corregionali decisioni di questo tipo.Per queste ragioni, il Comitato Ristretto dei Sindaci chiede la sospensione degli attuali piani di rientro fino a quando non ci sarà un incontro con l’attuale Giunta Regionale e con il commissario Gino Redigolo, dove andrà ad esporre le proprie ragioni e difficoltà».